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Uno degli obiettivi del blog è quello di raccontare e promuovere le eccellenze del nostro Comune. Abbiamo trattato il 5° One Love, Open Mic Open Mind, ma anche divulgato le importantissima iniziative del gruppo Nonoccupati Vallefoglia, e tanto altro…

Nella recentissima campagna elettorale, abbiamo sentito spesso parlare di arte e cultura, di come promuoverla, e di come cogliere le opportunità di business in questo settore. Quale miglior interlocutore per affrontare questi temi se non Scuoladimusica.org? Se ancora non conoscete questa bellissima realtà, avrete modo di conoscerla attraverso l’intervista che segue con Yuri Refolo ed alcuni suoi allievi.

L’anno Che Sarà: Ciao Yuri, innanzitutto presentiamo Scuoladimusica.org. Cos’è, quando è nata e che obiettivi a medio e lungo termine si è posta.

Scuoladimusica.org: Ciao e grazie per questo “palco virtuale”! Dunque: Scuoladimusica.org nasce nel 2006 come associazione culturale per la diffusione della musica tramite didattica (lezioni, seminari, workshop), concerti ed eventi correlati. Filippo Fucili ed io abbiamo maturato una visione comune partendo da idee simili: dobbiamo dare a chi ci contatta la possibilità di scoprire e realizzare i propri sogni musicali. Per questo abbiamo fondato una scuola che fosse incentrata sulla valorizzazione delle proprie esigenze musicali individuali, tramite attività musicali di gruppo. Ci interessa che ognuno di noi (sì, noi, insegnanti e titolari inclusi!) cresca e si realizzi musicalmente grazie ad esperienze realizzate insieme.

L.A.C.S.: Tu come Filippo e gli altri insegnanti della Scuola avete una lunga esperienza nel campo dell’insegnamento. In cosa si differisce la vostra scuola dalle altre?

S.D.M.: Lavorando a lungo in questo ambito, cercando di ascoltare a cuore aperto chi hai di fronte senza imporre la propria visione del mondo musicale, comprendi due cose: innanzitutto che la spinta a studiare e voler fare musica parte dal di dentro e non dall’esterno. Inutile spingere un allievo a suonare Bach quando il suo obiettivo è riuscire a suonare gli Avenged Sevenfold o riempirgli la testa di teoria e armonia, scale e solfeggi (o paradiddles, vocalizzi, quel che è) quando il suo obiettivo principale è accompagnare con tre accordi De André mentre canta. La didattica deve essere sempre funzionale agli obiettivi scelti dall’allievo.

Il secondo punto è che molti allievi, complice anche il retaggio tutto italiano di una didattica ottocentesca strutturata in maniera quasi patologica, a volte criminale, dove l’insegnante è in cima ad una “catena di comando”, si aspettano che sia l’insegnante a darti la direzione musicale e dirti “cosa deve essere fatto e cosa no”. Questo da noi NON esiste e lottiamo quotidianamente per scardinare questa forma mentis, chiedendo all’allievo di cercare dentro sé stesso quali siano i propri interessi musicali. Alcuni non ce lo sanno dire, tante sono le occasioni (a scuola o in famiglia) dove l’espressione di sé stessi viene sacrificata in favore di presunte esigenze superiori, ordini da eseguire, direzioni obbligate. Noi lavoriamo ogni giorno per cercare di tirar fuori (tramite la musica) l’individuo. A noi interessa che l’insegnante metta in mano all’allievo gli strumenti per poter arrivare sul palco a suonare la musica che piace a lui stesso (e mi si perdoni l’italiano scorretto). We don’t need no education / We don’t need no thought control / No dark sarcasm in the classroom / Teacher, leave the kids alone!

Vogliamo che all’allievo brillino gli occhi per la soddisfazione di aver suonato ciò che ha sempre sognato di poter suonare. Per questo lo guidiamo nella realizzazione dei suoi interessi. A volte si tratta di quattro note suonate con un dito, altre volte è necessario passare per mesi di scale, arpeggi, esercizi di virtuosismo e armonie complesse. Il percorso però, per quanto duro, è reso una sfida piacevole da intraprendere a prescindere dalla fatica, se è chiaro l’obiettivo. A fianco a questa direzione è fondamentale, comunque, stimolare la curiosità e la crescita allargando gli orizzonti musicali: così capita (a me capita quotidianamente) che allievi che iniziano a suonare i Green Day scoprano l’esistenza del Blues o del Jazz e ti chiedano spontaneamente di insegnare loro elementi di armonia o argomenti ai quali prima erano disinteressati. La necessità guida la crescita.

L.A.C.S.: Ed invece gli allievi di Vallefoglia?! Vedi nel loro modo di vivere la musica qualcosa di diverso rispetto ad esempio a Pesaro o realtà più grandi?

S.D.M.: Dunque, io sono di Pesaro ed ho notato parecchie differenze in termini di possibilità offerte dalla zona, essenzialmente. Sicuramente la presenza di realtà musicali consolidate un po’ lontane dai gusti dei ragazzi e l’assenza di strutture per band giovani hanno caratterizzato e a volte discriminato tanto. Si è dato sempre risalto ad eventi e strutture che, pur essendo delle “istituzioni”, non hanno nulla a che vedere con quello che hanno i ragazzi in cuffia dalla mattina alla sera. Qualcuno, un giorno, si accorgerà che le band di questa zona sono composte da individui eccezionali e meritano palchi, sale prova, eventi, supporto e attenzione da parte di enti pubblici e privati.

L’altra faccia della medaglia è che, ovviamente generalizzando e parlando solo per esperienza personale, i migliori musicisti che ho incontrato provengono in gran parte dall’interno. Questo ha a che fare con quanto ho indicato sopra: il far musica è una necessità e fluisce come l’acqua, dove può. A Pesaro noi avevamo già tanti anni fa, seppur pochissimo rispetto, che ne so, a Roma o Milano (che sono comunque medioevo rispetto alle metropoli europee o, figuriamoci, d’oltreoceano), “tanto” in termini di strutture, eventi e anche negozi (basti pensare che tutt’oggi un allievo di Vallefoglia deve venire a Pesaro per comprarsi corde, bacchette, ance). Qui c’erano pochissime possibilità per chi voleva suonare. Questo si è tradotto in più forte spinta a partecipare a quelle situazioni che consentivano di avere uno strumento in mano. In più, spesso le tradizioni familiari o abitudini sociali consolidate ti guidavano verso queste realtà, mentre a Pesaro la presenza di tante altre possibilità, anche extramusicali, faceva disciogliere l’interesse verso il solo ambito musicale. Ne è conseguita una migliore specializzazione di alcuni musicisti, che oggi calcano anche palcoscenici importanti.

Queste differenze comunque sono destinate ad affievolirsi fino a sparire. Siamo nel 2014 e le nuove tecnologie ci stanno traghettando verso un mondo completamente diverso, completamente interconnesso e con grandi prospettive. Se usate al meglio possono essere un aiuto per far confluire quanto c’è di buono tra varie aree.

L.A.C.S.: Il prossimo 14 e 15 giugno ci sarà il saggio finale. Cosa potete anticiparci senza svelare troppe sorprese riguardo quest’ormai tradizionale appuntamento?

S.D.M.: Come tutti gli anni Scuoladimusica.org organizza almeno 4 eventi (1 ottobre, compleanno della scuola, concerto invernale, concerto di primavera, concerto finale). Uso il termine “concerto” anche se si tratta di un “saggio” proprio per sottolineare come non ci interessi assolutamente una dimostrazione di bravura dell’allievo ma vorremmo che fosse unicamente una esperienza di realizzazione dei propri sogni, senza inutili giurie popolari o paura di sbagliare. Miles Davis (non Yuri Refolo: Miles Davis, non so se ci capiamo) diceva “Non esistono note sbagliate”. Il contesto era differente (parlava di armonia jazz dove ogni nota, per quanto dissonante, è SCELTA dall’improvvisatore), ma allargandosi un po’ aveva ragione. Meglio salire sul palco, divertirsi, emozionare ed emozionarsi e sbagliare una scala piuttosto che eseguire alla perfezione un brano che non piace senza (ovviamente) nessun sentimento. Anzi peggio: dato che è impossibile suonare senza nessun sentimento, diciamo che è da evitare il suonare qualcosa che non si sente proprio solo perché “imposto dall’alto”. Da noi sono gli allievi che decidono se salire sul palco, non è la scuola che ti impone una scelta! Per questo sarà possibile ascoltare, nelle due giornate, presso la sala Rossini dell’Hotel Blue Arena, dal metal al funk, dalla classica al jazz, dal blues al pop. Tutta musica che viene dai ragazzi (e anche non più ragazzi!). Sarà una due giorni di grande impatto, anche se il grande lavoro svolto è quello nelle aule della scuola, confrontandosi con altri musicisti, stringendo amicizie, creando progetti musicali. Il saggio è “solo” la punta dell’iceberg!

L.A.C.S.: Il blog è nato anche per valorizzare le realtà locali e stimolare l’ amministrazione comunale (e non solo quella) a supportare queste realtà. Cosa può fare a tuo modo di vedere un Comune, inteso come istituzione che governa il territorio, in favore della musica?

S.D.M.: Esistono milioni di possibilità, anche a costo zero, per aiutare lo sviluppo delle realtà locali. Le nuove tecnologie, come ho detto sopra, consentono l’abbattimento dei costi e la massimizzazione dell’efficacia. Tuttavia, per quanto soluzioni come queste (questa intervista ne è un esempio e ve ne siamo grati!) siano ossigeno per chiunque si adoperi in questi ambiti, abbiamo bisogno di decisioni coraggiose e dispiego di energie. Possiamo aprire tutti i canali Youtube, le pagine Facebook, i gruppi Google ed i siti che vogliamo: per un ragazzo che ha studiato per un anno l’improvvisazione su un giro di blues, non c’è cosa più importante che salire su un palco e suonare di fronte ad un pubblico. Quindi sicuramente un intervento concreto, in termini di disponibilità di aree per eventi, facilitazioni e sgravi per le organizzazioni, disponibilità pubblica di strutture come palchi e service farebbero una grande differenza per chi si deve accollare tutti i costi sulle proprie spalle per la realizzazione di un evento. Dopodiché ben vengano situazioni di dialogo con gli artisti, canali di comunicazione ad hoc ed attività correlate come conferenze, tavole rotonde e quant’altro. Prima, però la musica suonata. Per dirla alla Frank Zappa, “parlare di musica è come ballare di architettura”.

L.A.C.S.: Uno dei temi durante la recentissima campagna elettorale per il comune di Vallefoglia è stato “Il Capannone delle Idee” presentato al cospetto di personalità importanti a pochi giorni dalle elezioni. Siete stati coinvolti come scuola di musica? Cosa ne pensi del progetto globale?

S.D.M.: In questo periodo siamo occupati nella preparazione di un concerto degli allievi che si terrà domani, sabato 31 maggio 2014, a Montefabbri, oltre che completamente immersi nella preparazione del saggio finale… ammettiamo di essere concentratissimi sulle nostre attività e sui nostri ragazzi! Tuttavia, per quello che conosciamo avendo seguito marginalmente il progetto tramite la rassegna stampa locale e i social network, non possiamo che essere contenti della realizzazione di una fucina artistica come quella. Progetti come questo, se adeguatamente supportati e seguiti con attenzione, possono solo portare qualcosa di buono alla realtà locale.

L.A.C.S.: Vorremmo ora rivolgere un paio di domande ai vostri allievi. Una delle attività che probabilmente veicolano meglio lo scambio di emozioni tra persone che amano la musica è il mescolarsi, l’aprirsi agli altri per esserne in qualche modo influenzati e crescere. Sia come musicisti e di conseguenza come persone. Come vivono gli allievi il corso di musica d’insieme e che principali benefici ne hanno tratto?

S.D.M.: Lascio la parola a tre miei allievi di musica d’insieme!

Giorgia Severini (18) – Musica d’insieme a mio parere non è solo un corso musicale, ti fa capire quanto impegno, anima e amore mettano altri come te nella musica, ti fa concentrare ancora di più in quello che fai e quello che vorresti raggiungere, ti fa crescere la voglia di condividere la tua passione con altri iniziando a capire che la vera magia della musica non la scopri suonando da solo e limitandoti a dei virtuosismi tecnici, la scopri trasmettendo le tue emozioni agli altri, in primis a coloro che suonano insieme a te. Si cresce insieme, si suona insieme e si sbaglia insieme creando una bella sintonia, ci si rende più conto di quello che capita in un gruppo di musicisti e si mette da parte per un momento l’egocentrismo tipico del solista.
Non importa a che livello tu sia, suonare insieme é sempre molto gratificante, fa crescere la voglia di migliorare prendendo spunto da musicisti con più esperienza e fa crescere in egual modo la voglia di aiutare chi vedi leggermente in difficoltà, in modo da fargli godere al massimo questa grande passione che grazie a questo corso abbiamo la fortuna di condividere!

Silvia G. (17) – Il corso di musica d’insieme è un corso che ti permette di crescere divertendoti! Crescere musicalmente e umanamente! Ti metti in gioco e sfidi te stesso! Cantando in un gruppo hai la consapevolezza che alle spalle hai un gruppo di musicisti/amici che sono li pronti a sostenerti! Se sbagli una nota o accordo loro non ti giudicheranno, anzi saranno pronti ad aiutarti e a darti la giusta carica per farti andare avanti! Una nota sbagliata non è poi così importante in confronto alla voglia comune che abbiamo di trasmettere la nostra musica! L’importante è metterci sempre il cuore e l’impegno per poter realizzare un proprio sogno! Siamo ragazzi e abbiamo la grande fortuna di poter fare ciò che più ci piace e ci fa stare bene divertendoci! Poter condividere una passione con degli amici è davvero una cosa stupenda! Quando in un gruppo c’è collaborazione basta anche un semplice sguardo per capirsi! L’energia che ci trasmettiamo durante le esibizioni è tanta, sembrerebbe pura magia! Mi rendo conto che i risultati e le soddisfazioni ricambiano perfettamente le ore di prove e lo studio! È un corso che ti pone davanti ad un mondo enorme: il mondo della musica! Poi sta a noi decidere se continuare con le nostre convinzioni oppure esplorare! E in questo corso noi abbiamo deciso di non porre alcun freno alla nostra curiosità!

Gabriele M. (15) – Secondo me c’è un solo modo per definire musica d’insieme: spettacolare.
In tutta la mia vita non ho mai fatto un corso così difficile, faticoso e… bello!! Suonare con persone con livelli di preparazione diversi, è una cosa difficilissima, sia perchè devi aiutare tutti, sia perchè magari un brano non viene realizzato esattamente come volevi ma tutto ciò perde valore quando senti la magia, la grinta e l’impegno che tutti mettono in questi corsi! Infatti come disse una volta il nostro insegnante, non è un corso pensato per mettere su qualche brano, quello potevate farlo anche da soli. È per insegnarvi cosa vuol dire suonare in gruppo, quindi aiutarsi nelle difficoltà, sorreggersi negli sbagli e dare spazio a tutti, per quanto possa essere difficile a volte… e durante l’anno ho capito cosa intendeva dire.
Dopo essersi aiutati nella musica, viene sempre spontaneo aiutarsi anche nella vita e questo mi ha portato ad avere alcune tra le più belle amicizie di sempre e questo è forse il valore più grande che attribuisco a questo corso: quello di far crescere le persone.

L.A.C.S.: La seconda domanda che vorremmo rivolgere agli allievi è un po’ più profonda e forse più civica. Quanta consapevolezza vedete tra i vostri amici o coetanei riguardo l’importanza della cultura, e più specificatamente della musica,nella vita di tutti i giorni? E’ vissuta come divertimento o qualcosa di più?

S.D.M.: Silvia G. (17) – La musica salva! È un’affermazione che condividono molti miei amici! Quando qualcosa non va, nella musica trovi sempre un rifugio, una via di uscita, una soluzione ai problemi! Quando ascolti la musica hai la possibilità si entrare in un mondo parallelo, un mondo dove tutto è diverso dalla realtà, tutto è più bello, tutto è possibile! La cultura musicale ultimamente sta davvero scomparendo! Con l’emergere di nuovi “cantanti” come Moreno, Emma ecc ci si sta allontanando da quella che è la vera musica italiana! La musica, tra noi ragazzi, è vissuta come divertimento, ma è anche un qualcosa di più! A ogni attimo importante della mia vita sono in grado di ricollegare una canzone che lo rappresenta perfettamente! Perché la musica c’è sempre, non ci abbandona mai e ci accompagna durante il cammino della nostra vita!

L.A.C.S.: Grazie per la disponibilità ed il tempo che ci avete concesso nonostante il periodo intenso e pieno di preparativi che state attraversando.

S.D.M.: Grazie a voi per averci dato occasione di spiegare chi siamo e cosa facciamo! Speriamo di incontrarci presto in qualche occasione musicale!

Link della Scuola: www.scuoladimusica.org