NO SPRECO a Vallefoglia

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Grazie al Progetto “Meno scarti + Cibo e Lavoro” avviato a Fano su iniziativa della Caritas diocesana ed in collaborazione con la Cooperativa Sociale Gerico, è stato attivato un circuito di distribuzione di frutta che altrimenti andrebbe distrutta.

Come membro del gruppo Nonoccupati Vallefoglia (ex Associazione Nonoccupati Marche), ho ritenuto interessante il progetto in atto e, con il sostegno dell’Associazione Tribal Eggs, come opera di volontariato, mi sono prodigato per poter realizzare un punto di distribuzione nella nostra zona.

In data mercoledì 16 settembre 2015 ho effettuato il primo ritiro di 10 casse di uva da tavola, diciamo un ritiro di prova, che prontamente sono già state tutte devolute gratuitamente a famiglie del Comune di Vallefoglia.

frutta gerico vallefoglia caritas tribaleggs no spreco

La disponibilità di questi prodotti non ha cadenza fissa, ma di volta in volta sarà ritirata presso il magazzino della Cooperativa Gerico e distribuito per ora presso la mia abitazione di Bottega di Vallefoglia.

Questa inedita e virtuosa iniziativa è rivolta a tutti, nello sforzo di aiutare moltissime famiglie ogni giorno sempre più in difficoltà.

Chi fosse interessato ad aderire al progetto e desidera ricevere un aiuto alimentare o che volesse partecipare come volontario, mi può contattare via messaggio privato.

NOTE

PER i VOLONTARI: si cercano persone che abbiano un mezzo capiente per i ritiri a Fano

PER LE FAMIGLIE: i prodotti alimentari vanno prenotati contattatemi se interessati.

Grazie a tutti

Davide Baldassarre

 

Il Capannone delle Idee – A che punto siamo?

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Dopo molto tempo torniamo a raccontare Vallefoglia.

Qualche mese fa avevamo lanciato l’idea d’intervistare i ragazzi del Capannone delle Idee per capirne meglio le intenzioni ed il progetto globale.

Quest’intervista si è arenata per problemi organizzativi degli stessi ragazzi e pochi giorni fa abbiamo deciso assieme ad alcuni membri d’incontrarci fisicamente per fare la fotografia sullo stato dell’arte, partendo però dalle origini.

Ad inizio 2014, alcuni giovani della precedente amministrazione comunale di Colbordolo hanno avuto l’idea di indire un incontro con tutti i giovani del nuovo comune “Vallefoglia” allo scopo di mettere in campo idee e progetti che potessero fungere da stimolo per la futura amministrazione del comune.

Gli incontri a cadenza settimanale sono andati via via allargandosi, facendo registrare una sempre maggiore partecipazione attiva. Attraverso il metodo del brainstorming sono emerse le prime esigenze/problematiche:

  • L’animazione culturale del territorio, lo svago e il divertimento
  • Il lavoro
  • Un luogo in cui gli studenti potessero studiare

A fronte delle esigenze emerse, si è cominciato a procedere con l’elaborazione di possibili soluzioni, da qui nasce l’idea di costituire un polo di attrazione, non soltanto locale, che potesse conglobare una sala teatro in cui dare vita a manifestazioni artistiche e culturali, un coworking ed incubatore di imprese innovative per incentivare l’imprenditorialità nascente e lo sviluppo imprenditoriale, e un’area multifunzionale che potesse ospitare una biblioteca (magari digitalizzata) e un’aula studio.

Alessandra Moscatelli, una delle anime del progetto, ci dice che il “Capannone delle Idee” dovrebbe diventare un polo nevralgico in cui si concentrano le attività di carattere culturale, formativo e sociale. L’esigenza di spazi importanti li ha subito fatto pensare alla riconversione di un capannone industriale in disuso, considerato anche l’impatto positivo che un’operazione del genere avrebbe in zone degradate del nostro comune.

Poco tempo dopo, appena dopo vinte le elezioni, nell’estate 2014 il gruppo ha organizzato una serie di appuntamenti cinematografici in collaborazione con un locale che, mettendo a disposizione la location ed piccolo buffet, permetteva ai presenti di poter apprezzare film in un bella situazione all’aperto.

Una collaborazione tra soggetti privati che non però avrà seguito quest’estate a causa di un cambio di gestione dell’attività che ospitava il progetto.

I ragazzi ci hanno raccontato poi le difficoltà nel replicare quest’iniziativa nella stagione invernale, dove un’insufficiente promozione e la scelta sbagliata del luogo (“palestrina” di Talacchio) non hanno portato la risposta di pubblico sperata.

Accanto a questo esperimento con il cinema, i ragazzi hanno poi presentato un progetto in collaborazione con il Comune, l’Unione, la Provincia, Tribaleggs ed un operatore turistico privato per accedere ad un fondo regionale per la realizzazione del Lab.Accoglienza. Nel giro di di pochi giorni sapremo l’esito di questo bando!

Nella chiacchierata avuta con la rappresentanza del Capannone, è emersa la necessità di costituire un’associazione affinchè il gruppo non sia visto come un semplice soggetto privato, ma bensì un interlocutore giuridicamente riconosciuto e con una sua organizzazione, soprattutto dal punto di vista formale.

A sentire i ragazzi, la scelta di rimandare la costituzione di un’associazione è stata dettata da alcune opportunità di partnership con realtà fuori Regione che però non si sono concretizzate.

E’ quindi giunto il momento di decidere se è giunto il momento di camminare con le proprie gambe, ma non solo…

Una delle osservazioni fatte al gruppo è che questo progetto, nonostante cerchi di allargarsi a quante più persone possibili, ha di fatto un connotato politico molto preciso.

I più attenti, ma anche quelli non particolarmente interessati al tema, non si sono fatti sfuggire i vari proclami dell’attuale Sindaco sull’idea portata in campagna elettorale. Questo è sicuramente una discriminante per chi volesse avvicinarsi.

D’altro canto però, va detto che se i ragazzi del Capannone hanno in qualche modo scelto di affidare la promozione e la realizzazione ad una lista specifica, è proprio quest’ultima che deve fare tutti gli sforzi possibili per rendere realtà quello che questi giovani hanno “messo sul tavolo”.

Sembrano passati secoli quando il 14 Maggio 2014 a Talacchio, Gian Mario Spacca (poi candidatosi con Forza Italia alla regione!), Matteo Ricci, Simona Bonafè e Manuela Bora le tantissime persone accorse all’inaugurazione hanno sentito parole innovative sullo sviluppo, sull’investimento “sui” e “per” i giovani di Vallefoglia.

Fu proprio il futuro Sindaco Ucchielli ad annunciare che, qualora fosse diventato Sindaco, avrebbe realizzato un luogo fisico dove trovare “un Cinema, Teatro, Auditorium della Musica, etc…” anche per creare nuova occupazione!

Non fu il solo. Nel video qui sopra il candidato Michelle Antonelli, specificò che all’interno di questa struttura doveva trovare spazio anche sale di registrazioni e luogo per ospitare eventi di vario tipo.

Fu presentato tra l’altro l’idea di realizzare un coworking, che accanto all’area culturale, avrebbe trovato spazio affinché giovani imprenditori potessero far partire start-up di varia natura.

E’ altrettanto vero che Alessandra Moscatelli in vari contesti cercò di specificare che questi progetti dovevano trovare le basi economiche/finanziarie su finanziamenti regionali ed europei (e non dalle casse comunali).

Delle due candidate alle elezioni europee presenti il 14 Maggio 2014 a Talacchio, Simona Bonafè è stata eletta a Bruxelles e da pochi giorni Manuela Bora è assessore in regione con Luca Ceriscioli.

Le loro promesse nell’essere di supporto a quest’iniziativa non devono rimanere parole al vento. Devo trovare massima concretezza.

Ne va delle loro credibilità e della fiducia che centinaia di giovani hanno riposto in loro, magari votandoli…

La realtà dei fatti è che non sembrano esserci fondi per investimenti in strutture fisiche di questa portata ma se come ha detto il Sindaco, l’impegno è di costruire un luogo permanente, la sua parola non dev’essere vana, perchè un eventuale fallimento porterebbe ad allontanare ancor di più i giovani alimentandone lo smarrimento.

Il blog tornerà a parlare del Capannone delle Idee nei prossimi mesi sperando di portare notizie confortanti per i giovani.

Questi però non possono permettersi di rimanere con le mani in mano.

Hanno sostanzialmente due possibilità:

  1. Entrare a far parte del Capannone delle Idee e partecipare alle attività di questo gruppo
  2. Aderire a gruppi alternativi, politici o apolitici, ed attivarsi nell’organizzazione di attività che alimentino le loro passioni

Evitare di delegare il loro futuro ad altri ed attivarsi per costruirselo in prima persona sarà il vero e grande passo in avanti.

Harasun Tattooyou

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Questo blog ha come suo primo obiettivo quello di far emergere realtà interessanti del nostro territorio. Ne abbiamo raccontate diverse che trovate raccolte qui.

Oggi non ci discostiamo poi tanto dal mondo dell’arte di Scuoladimusica.org. Principalmente per due motivi: la musica ed il tatuaggio sono appunto forme d’arte, e spesso s’incrociano. Il secondo motivo è perchè uno dei due amici che abbiamo incontrato è un musicista molto conosciuto nelle nostre parti.

Harasun tattoo 4

L’anno Che Sarà: Ciao ragazzi! Presentiamoci! Max Casoli, cantante e leader del gruppo Canebianco e Manuel Degli Innocenti, talentuoso tatuatore locale che sta attirando su di sè molta attenzione dai cultori del tattoo.

Partiamo dalle origini del progetto “Harasun Tattooyou”.

Quando vi siete conosciuti e come avete capito che potevate collaborare per un creare un centro tattoo?

Max: Harasun è un nato come centro abbronzatura nel marzo del 2010 ma che prevedeva sin d’allora un laboratorio per tatuaggi. La prima collaborazione fu con Salvatore Di Sarno, un giovane tatuatore di Senigallia che veniva in studio solo un giorno a settimana. Capii sin da subito che non era sufficiente per il progetto che avevo in mente, ed iniziai a collaborare con Gabriella Simoncelli di Calcinelli che garantiva una maggior presenza. Nell’inverno del 2011 grazie ad Andrea di “Indigena Tattoo” riuscii a mettermi in contatto con Manuel che al tempo viveva in Brasile dove curava la sua passione di tatuatore!

Manuel: Ero effettivamente in Brasile durante uno dei miei tanti viaggi in giro per il mondo, stavo lavorando in uno studio di Salvador de Bahia! Purtroppo in quel tempo era in corso uno sciopero delle forze dell’ordine ed a causa di razzie nei supermercati, rapine ecc ecc. le strade erano percorse solo da esercito e delinquenti. Quando Max mi contattò dall’Italia illustrandomi il progetto decisi di rientrare subito nonostante lo storico nevone che ci fu a Pesaro a febbraio di 2 anni fa. Iniziammo a collaborare e ci siamo subito trovati sulla stessa lunghezza d’onda!

La passione per l’arte in genere e il buon connubio con la passione per il rock, inteso non solo come musica ma come stile di vita, mi hanno fatto capire che ero nel posto giusto e al momento giusto!

L’anno Che Sarà: anche i profani dell’arte del tatuaggio riescono a cogliere uno stile ben preciso nel tuo modo di esprimerti.

E’ uno stile particolare? Quando hai capito che il genere “realistico” era quello che volevi portare avanti con maggior dedizione? Questione di gusti? Di tecnica? Di mercato o cosa?

Manuel: il mio stile preferito è il black and gray…realistico! Sono tatuaggi che solitamente realizzo partendo dalla fonte, ovvero dal progetto iniziale su carta.

Non amo la situazione in cui il cliente si presenta con un disegno già fatto. Lo devo elaborare e sentire mio per poterlo realizzare al meglio. Devo confessare che i volti femminili sono il tema che mi appassiona maggiormente…

Quando mi trovo con clienti che mi chiedono un lavoro tradizionale, metto tutto me stesso mantenendo il massimo dell’impegno. Sono un professionista e come tutti i professionisti, anche se ho il mio prodotto preferito devo saper trattare tutto o quasi tutto nel mondo del tatuaggio.

La mia non è affatto una strategia di mercato anche perché realizzare questo genere di tatuaggi necessita di maggior tempo, a volte possono servire più sedute, mentre per tatuaggi “commerciali” in poco tempo si guadagna molto di più!

Certo è che la mia visione delle cose mi porta a dire che la nobile arte del tattoo non merita di avere strategie di marketing.

L’anno Che Sarà: conoscendoti posso dire che il tatuaggio per te non rappresenta una moda. Cosa significa allora per te un tatuaggio?

Max: è bene ricordare che il tatuaggio appartiene a culture lontane ed in un certo senso arriva in occidente prima negli ambienti malavitosi poi successivamente come moda all’inizio del 1900; come spesso accade la moda snatura il vero significato originale.

In altre culture ci si tatuava per un passaggio di responsabilità, come ad esempio alcune polinesiane o del centro America, dove ci si “marchiava” come segno del momento di passaggio tra l’essere fanciullo ed il diventare uomo, quindi guerriero.

In occidente dove il passaggio veniva e viene ancora segnato da cerimonie religiose poco incisive (nel vero senso della parola) il tatuaggio viene considerato ornamento.

Per me comunque è considerato un modo per fermare il tempo o per marchiare sulla pelle la direzione dello spirito. infatti i miei tatuaggi hanno tutti riferimenti nativi americani e alcuni me li sono fatti durante i concerti per memorizzare l’attimo e il periodo storico di riferimento.

L’anno Che Sarà: concludiamo la nostra chiacchierata con una domanda a Manuel. Ti sei mai misurato in concorsi od eventi pubblici?

Manuel: dopo la prima esperienza di Pescara del 2013, quest’estate ho deciso di partecipare alla convention di Senigallia al Mamamia. Questi eventi danno modo all’artista di farsi conoscere, ma soprattutto di incontrare altri colleghi, di vedere come essi lavorano e di fare rete, quindi socializzare! Nonostante fosse un evento importante, non ho preparato pezzi da proporre, cosi come faccio sempre per il semplice motivo che non vado per monetizzare.

La stragrande maggioranza di tatuatori professionisti, in questi contesti punta a fare molti tatuaggi, quindi veloci da realizzare. Questo consente loro di avere un consistente guadagno.

Il mio approccio è invece l’opposto. Con me vengono uno o massimo due clienti, e puntiamo ad avere il massimo della qualità e cura dei dettagli facendo un tatuaggio importante, sia in termini di dimensioni che di qualità.

A Senigallia ho portato un cliente che si sta facendo un braccio intero in stile black and grey, realistico. Il tema è molto attuale, la guerra. Lui ha lasciato libero sfogo alla mia fantasia e ho deciso così la ‘’trama’’ dell’opera.

Harasun tattoo 1

Nella parte alta del braccio c’è una donna degli anni 30 con un foulard in mano.

Sguardo nel vuoto. Aspetta il suo uomo che non tornerà mai dalla guerra, mentre sullo sfondo caccia bombardieri in volo, in fila, sganciano ordigni sui campi di combattimento.

Nella parte bassa un soldato moderno, tutto bardato, in primo piano davanti un carro armato.

Lui è il figlio della donna sopra.

Prenderà le orme del padre che non ha mai potuto conoscere!

Sullo sfondo invece l’emblema della sofferenza, il viso di un bambino in lacrime.

Con questo pezzo sono stato premiato al terzo posto per il più bel tatuaggio grande realizzato in convention.

Harasun tattoo 5

 

L’anno Che Sarà: Vallefoglia vanta anche un centro tatuaggi. Ora non avete scuse! 😉

 

Mokita!

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Torniamo a supportare i bar no slot presentando il Mokita Bar, locale gestito da Emanuele Guerra e Lucia Biasotti.

Mokita-vallefoglia-noslot

Come gli altri gestori di cui abbiamo parlato, anche i ragazzi del Mokita hanno deciso di non alimentare il circuito delle maledette macchine mangiasoldi (e rovina famiglie) puntando principalmente sul servizio offerto e sull’attività live semiacustici.

Il Mokita organizza con una certa regolarità qualche concerto di artisti locali creando delle belle situazioni che vi consigliamo di trascorrere.

Il bar si trova nel Corso XXI Gennaio 50/1 a Montecchio.

Un concerto, una colazione od un aperitivo, non mancano di certo le occasioni per supportare questi ragazzi che hanno fatto una scelta consapevole!

Noi li supportiamo, e voi?!

Monte di Colbordolo “Ex Zona Panoramica” – REPORT 1.0

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A distanza di circa tre mesi dall’uscita del primo post sul degrado del Monte di Colbordolo, torniamo sull’argomento non solo per evidenziare nuovamente lo stato di abbandono della zona, ma per essere in primo luogo propositivi, illuminare le menti dei nuovi (per così dire) amministratori locali.

Tutto ciò servirà quindi un domani (speriamo prossimo) per investire “alla velocità della luce” (cit. Democratici per Vallefoglia in campagna elettorale) dei fondi che sono a bilancio al fine di creare migliorie ed accorgimenti necessari adatti alla vita sociale di questo quartiere.

Cominciamo ad illustrare interventi con costi contenuti ma che hanno altissima priorità in quanto concernenti la sicurezza:

  • All’ingresso della via principale, anche in virtù delle normative vigenti va installato un segnale stradale di “centro abitato”.

da Wikipedia:

In Italia la definizione di centro abitato è data dal Codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285), all’art. 3. Un centro abitato è definito come un «insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine. Per insieme di edifici si intende un raggruppamento continuo, ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili, costituito da non meno di venticinque(25) fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada».

Indicativamente, gli edifici presentisono oltre cinquanta (50) con accessi veicolari o pedonali sulla strada più piazze giardini strade o simili.

  • Sempre riguardo la sicurezza, sono praticamente inesistenti la segnaletica orizzontale di cui le righe che delimitano la carreggiata, così come le strisce bianche per attraversamenti pedonali. Importantissimo provvedimento, data la velocità elevata con cui le auto transitano nell rettilineo di Via del Monte, è quella d’installare e/o creare dei dossi artificiali, almeno in due punti della via.

 

Altri interventi basilari sono:

  • installazione di una/due pensiline di attesa bus (inesistenti)

  • messa in sicurezza i pozzetti lungo la strada

Accanto al fattore “sicurezza” vorremmo proporre una miglioria per aumentare la qualità della vita sociale nel quartiere, oltre a qualche intrattenimento per i bambini più grandi, come ad esempio un canestro da basket in piazza, un paio di porte da calcetto, etc. Tutti interventi di basso costo ma che darebbero ai bambini un piccolo slancio ad incontrarsi con maggior facilità…

Queste menzionate sono opere di costi decisamente bassi e realizzabili in tempi brevissimi.

Andando invece ad analizzare la necessità di interventi più consistenti, segnaliamo la necessità di asfaltare l’ormai “trentenne” manto stradale!

Si rende poi sempre più necessaria la creazione di parcheggi lungo la strada in quanto non tutti hanno la possibilità di posteggiare il proprio automezzo in parcheggi privati.

Parallelamente vogliamo portare all’attenzione dell’amministrazione che la mancata manutenzione ai pini e cipressi che cadono hanno portato  parassiti tipo le processionarie, insetti che costringono i nostri figli a visite mediche per per reazioni cutanee da contatto, e che possono essere pericolose!

Stiamo parlando di una zona verde, di un parco ed è quindi arrivato il momento (anzi, è decisamente tardi!) di fare un censimento di queste piante, potarle, curarle e consentire alla luce dei lampioni d’illuminare la strada che la sera è buia, con tutti i relativi problemi riguardo la sicurezza sociale.

Una zona totalmente abbandonata all’incuria è la piazza sopra il depuratore, dove si potrebbe realizzare una zona verde come luogo di ritrovo con una pista polivalente, mentre ormai da anni ci ritroviamo una discarica a cielo aperto.

Rimanendo sul tema rifiuti, per onestà intellettuale dobbiamo ammettere che il disastroso stato dello cose non è solamente imputabile a gente provienienti da fuori, ma anche da residenti locali. Il Comune con una manutenzione adeguata del Monte può dare l’input ad incentivare il senso civico, il resto potremo farlo noi residenti segnalando le varie situazioni ed infrazioni.

Per donare un po’ di decoro anche in corrispondenza delle zone adibite alla raccolta rifiuti, servono recinzioni. Siamo all’ingresso principale del quartiere, e la prima cosa che si vede nella nostra frazione è l’immondizia…

Siamo ben consapevoli che ci sono tantissime urgenze da gestire, specialmente con le ultime frane e smottamenti causati dalle piogge persistenti di questa primavera, ma è arrivato il momento di fare qualcosa per questa zona.

Non possiamo più tollerare che venga sfruttata per la Festa Democratica del 1° Maggio e per 364 giorni all’anno lasciata nel dimenticatoio più desolante.

Chiudiamo questo aggiornamento con alcune foto che ritraggono lo stato attuale e quello di Aprile, quando abbiamo fatto la prima segnalazione.

Questo segnale è legato con il filo di ferro ad un palo che sta in piedi su di un plinto di cemento fuori terra.

Sotto quel coperchio (che ho messo io…) ci sono cavi elettrici

Qui c’è di tutto, televisori, batterie, eternit etc.. da Aprile a Luglio l’immondizia è aumentata

Nella speranza che il Sindaco, oltre a rispondere al cellulare 24 ore al giorno, venga a fare una visita per rendersi conto di persona sullo stato delle cose, vi rimandiamo alla prossima puntata, indicativamente a fine estate.